La direzione Aziendale del Gruppo Hera ha reso sterile questa opportunità non entrando nel merito delle questioni poste da tempo dalle OO.SS e non lasciando nessun dubbio ai partecipanti sulla scarsa volontà mostrata di risolvere i tanti problemi evidenziati.
Di tempo ne è trascorso tanto e il confronto immediato tra le rappresentanze sindacali presenti all’incontro ha indotto la le Segreterie Nazionali, Regionali e Territoriali e il Coordinamento Nazionale RSU ad aprire il percorso necessario alla proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale.
Come annunciato nel nostro precedente comunicato ci aspettavamo delle risposte concrete relativamente alle nostre richieste su perimetri contrattuali, appalti, organici, sviluppo professionale, smart-working, auto a casa e salute e sicurezza.
Purtroppo, come detto, delle risposte nel merito non ne sono arrivate, ma abbiamo registrato solo una vaga disponibilità ad intraprendere un percorso evanescente orientato alla riduzione delle risorse economiche per la contrattazione a vantaggio dei dividendi erogati agli azionisti (Privati e Pubblici).
Nessuna disponibilità a discutere di sviluppo professionale, se non attraverso scelte unilaterali per pochi eletti, e nessuna disponibilità a ragionare di organici, se non la palesata volontà di continuare a ridurre il personale operativo con riorganizzazioni basate esclusivamente su tagli lineari.
Non possiamo di certo accettare una riduzione dei K di rotazione nella reperibilità. E tutto ciò con il rischio concreto che le deroghe contrattuali sui riposi giornalieri e fisiologici, possano diventare la normalità, cosicché non sia più garantita un’idonea “protezione appropriata” dei lavoratori, com’è invece richiesto dal decreto-legge vigente; com’è inaccettabile non aumentare il personale amministrativo a fronte delle acquisizioni dei nuovi clienti e dell’aumento dei carichi di lavoro.
Ancora più assordante è il silenzio sui perimetri contrattuali e sugli appalti in essere. A tal proposito abbiamo solo ascoltato parole d’ordine come competitività e sostenibilità, in antitesi con la logica del lavoro di qualità e di pari di diritti per tutti i lavoratori del Gruppo Hera e per quelli dell’indotto.
Su auto a casa e smart working viene soltanto ipotizzata una valutazione dei costi e di verifica della produttività.
Sull’orario unico a 38 ore per tutti e sull’incentivo delle politiche relative a salute e sicurezza propongono un rinvio a specifici tavoli tecnici e contrattuali nazionali.
Appare evidente la volontà del Gruppo Hera di continuare a snaturare il proprio indirizzo, originalmente assegnatogli dalle proprietà, di essere azienda di servizi essenziali per la comunità e trasformarsi in una mera stazione appaltante, con una esclusiva vocazione finanziaria limitata alla gestione dei contratti di servizio.
Come OO.SS. riteniamo strategicamente sbagliato questo approccio. Le multiutilities dovrebbero avere un ruolo robusto e centrale nella gestione delle politiche energetiche e ambientali nel Paese e nei territori di competenza, con investimenti mirati per una fondamentale Transizione Ecologica e Sociale, con al centro le persone e i lavoratori.
Chiederemo alla Proprietà Pubblica di esercitare il proprio ruolo di controllo e indirizzo strategico; non è più tollerabile che le risorse siano orientate quasi esclusivamente alla crescita del titolo, piuttosto che agli investimenti, allo sviluppo industriale, alla cura del territorio e alla crescita professionale ed economica del personale diretto e indiretto
È assolutamente indispensabile un cambio di rotta!
Per tutte queste ragioni e per quanto già riportato nei precedenti comunicati le OO.SS. Nazionali, Regionali, Territoriali e il Coordinamento Nazionale RSU hanno deciso di formalizzare l’apertura dello stato di mobilitazione di tutte le lavoratrici e lavoratori del Gruppo HERA, e attivare una serie di iniziative mirate ad informare e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Nei prossimi giorni verranno effettuate le assemblee in tutti i luoghi di lavoro.
Auspichiamo che l’Azienda rivaluti le proprie posizioni; la mobilitazione è per noi uno strumento e non il fine ultimo che, invece, rimane sempre l’esigibilità delle relazioni sindacali e la crescita sana del Gruppo Hera per un lavoro e un servizio di qualità.
Roma, 7 febbraio 2024