COMUNICATO SINDACALE
A seguito della riunione del Comitato COVID aziendale
A partire dal mese di marzo, quando è iniziata la prima ondata della pandemia, le OO.SS. e il Coordinamento della RSU hanno iniziato un confronto con l’azienda che ha consentito il considerevole ampliamento della platea di lavoratori e lavoratrici in smart-remote working e in partenza da casa.
Oggi a fronte dell’aumento dei contagi abbiamo chiesto in modo netto e inequivocabile la messa in campo di tutte le misure possibili per aumentare il distanziamento sociale, perché, come in ogni altra parte, il COVID-19 è presente anche in azienda, dove nelle ultime settimane si sono verificati alcuni casi di positività e più numerosi casi di quarantena.
Oggi a fronte dell’aumento dei contagi abbiamo chiesto in modo netto e inequivocabile la messa in campo di tutte le misure possibili per aumentare il distanziamento sociale, perché, come in ogni altra parte, il COVID-19 è presente anche in azienda, dove nelle ultime settimane si sono verificati alcuni casi di positività e più numerosi casi di quarantena.
Siamo e rimaniamo fiduciosi sul fatto che le misure messe in campo in azienda, condivise all’interno del Comitato, con i numeri attuali, siano adeguate, ma insufficienti a fronteggiare il rapido incremento della diffusione del virus a cui stiamo assistendo.
Infatti, se ad oggi potenzialmente per circa 4000 lavoratori e lavoratrici la metà dei giorni della settimana di lavoro è possibile svolgerla in smart-remote working e il numero di lavoratori che utilizzano la partenza da casa è superiore a 700, resta però preoccupante come il contagio si possa diffondere in occasione degli spostamenti dei lavoratori, in particolare con mezzi pubblici e di come il rischio inevitabilmente aumenti anche in azienda, con l’aumentare giornaliero dei casi nel paese.
Per questo motivo, nel corso degli incontri del Comitato COVID di lunedì 26 e di venerdì 30 ottobre, le OO.SS. e i componenti sindacali hanno richiesto all’Azienda di incrementare il ricorso al lavoro agile per gli impiegati ed il ricorso alla modalità di “partenza da casa” per gli operativi.
L’Azienda ci ha comunicato che ad oggi non ritiene necessario un’ulteriore estensione dello smart-remote working, decisione che non comprendiamo e su cui dissentiamo, in particolare valutando l’efficacia che l’utilizzo esteso e continuativo dello smart-remote working e della partenza da casa hanno avuto sul contenimento del contagio nella fase del lockdown. Riteniamo pertanto necessario che, visti gli andamenti crescenti dei contagi, porre in essere tutte le misure già utilizzate nei mesi di lockdown, a partire dall’estensione immediata dello smart – remote working e della “partenza da casa”, tra l’altro fortemente raccomandate dalle istituzioni nazionali e regionali e a tal fine chiederemo un incontro urgente alla Direzione aziendale.
Bologna, 30 ottobre 2020
Photo: Fusion Medical Animation on Unsplash